Medicina narrativa, parla anche vicentino il libro SEI. La presentazione a Montecchio Maggiore il 12 gennaio
Sei parole donate da sessantasei pazienti oncologici, una delle quali è vicentina, da cui sessantasei scrittori hanno tratto dei racconti di circa seimila battute ciascuno. Nasce così SEI, il progetto di medicina narrativa del collettivo Scriviperbene, diventato un libro edito da Felici lo scorso dicembre. Il volume sarà presentato al pubblico giovedì 12 gennaio alle ore 20.30 in Sala Civica Corte delle Filande a Montecchio Maggiore, su iniziativa del Comitato Andos Ovest Vicentino e con il patrocinio della Città di Montecchio Maggiore, dell’Ulss 8 Berica e del CSV di Vicenza.
Interverranno la presidente del Comitato Andos Isabella Frigo, il sindaco Gianfranco Trapula, la coordinatrice del progetto e primaria dell’Oncologia dell’Ulss Marche Nord Rita Chiari, due delle curatrici del libro, ossia Maria Laura Rosati e Maura Bussotti, e Silvia Raviola, donatrice di parole e volontaria dell’Andos. Modera Arianna Lorenzetto, anche lei tra le curatrici del progetto.
La medicina narrativa è una metodica che si affianca alla classica terapia medica basata su evidenze scientifiche e, attraverso immagini, racconti e letture, ha lo scopo di migliorare la comunicazione fra terapeuti e pazienti. La comprensione della malattia, anche dal punto di vista emotivo, rende infatti il percorso di cura più sopportabile sia per il paziente sia per chi lo prende in carico. La finalità è la personalizzazione di tale percorso e la parola gioca un ruolo essenziale: si dice che ferisca, in realtà può anche guarire.
Il progetto SEI pone al centro un numero dai molteplici significati. Un numero è ciò che i pazienti lamentano di essere nella percezione di chi li cura, ma in numerologia il sei rappresenta l’armonia e l’equilibrio fisico e spirituale, caratteristiche che la malattia altera e sconvolge. Il numero sei indica inoltre il traguardo, la meta, l’obiettivo, quindi ciò che il percorso di cura si prefigge di raggiungere. Sei, infine, è la seconda persona singolare: sei tu, proprio tu e nessun altro.
Di qui la richiesta a sessantasei pazienti oncologici da tutta Italia di donare sei parole rappresentative della loro vicenda personale che sono state trasformate in racconti.
In queste storie il donatore riconosce una parte di sé, stabilendo una comunicazione con gli altri e con colui che, con competenza narrativa e partecipazione, ha saputo interpretare le emozioni nascoste e ricambiare il dono. Alla fine del libro, i cui proventi saranno devoluti in beneficenza, il percorso compiuto si trasforma in un traguardo raggiunto.